Mi rispecchio nel tuo dolore e in quello della donne che come noi sono state tradite. Tradite prima come persone, poi come donne. Lui è rimasto con me. Ma io ho accanto un estraneo. La persona con cui sto da più di 30 anni e da cui ho un figlio è quanto di più estraneo ci possa essere. Non ho un lavoro e dipendo da lui. Ho fatto l’errore madornale di lasciare la mia città, il mio lavoro, la mia famiglia e i miei amici per venire a vivere con lui in un piccolo paese di provincia che detesto. E vivo nel rimpianto di aver fatto solo scelte sbagliate. Vorrei guardare al futuro, ma ogni giorno il peso del mio dolore mi trascina sempre più giù. Nessuno sa nulla, solo il mio psicologo che mi ha aiutato all’inizio sicuramente. Ma ora? Mi sento come in una prigione, piena di dubbi e paure. A volte credo di impazzire. Mi sento sola e non riesco ad avere un rapporto sereno con mio figlio che so percepire la mia sofferenza e di conseguenza soffrire per me. Non riesco a vedere una fine.