Un sito dedicato a tutte le donne che sono state tradite... ...e a quelle che non sanno ancora di esserlo...

La fine-Cinzia

Quella che segue è la storia di Cinzia che ha voluto condividere con noi le pagine più intime del suo diario scritte nel corso dell’ultimo anno. Si pone delle domande, analizza se stessa e riflette sul senso del suo rapporto in una sorta di piccolo romanzo introspettivo. La ringrazio molto per il suo coraggio.

Creamy

 

 

Dicembre 2013

Abbiamo vissuto con una concezione del matrimonio e della coppia forse un po’ differente, ma con valori di vita comuni e bei sentimenti che ci hanno unito a lungo, lavorando sodo entrambi per il bene della famiglia che abbiamo voluto, con impegno e sacrificio: dopo dieci anni di fidanzamento (università, lavoro, …) diciotto anni di matrimonio.

Nella mia mente ho sempre difeso strenuamente tutto ciò che lo riguarda: – LUI ha una vita quotidiana importante; si stanca; vive sotto stress; deve avere i suoi spazi, le sue soddisfazioni, le sue libertà; è preoccupato per questo e per quello; è disponibile con tutti; è intraprendente e …!
Ho sempre faticato a individuare complicità di coppia e desiderato più momenti di condivisione ma ho avuto rispetto e pazienza facendo leva su tutto ciò che di bello  si realizzava insieme.
Lui afferma che non importa la quantità ma la qualità dello stare insieme. Una qualità fatta  essenzialmente di: momenti di “intimità” (quando il suo desiderio coincideva col mio, compatibilmente con riposo/stanchezza di entrambi);  inderogabili e giusti momenti convenzionali di famiglia;  saltuari momenti bellissimi esclusivi per noi.
La vita quotidiana è stata vissuta generalmente all’insegna delle attività lavorative di ciascuno, come giusto che sia, e nel tempo, guadagnandoci le varie soddisfazioni materiali e familiari avute.Abbiamo avuto rispetto reciproco delle libertà individuali (lavorare, uscire, viaggiare per lavoro o per svago), cogliendo le opportunità che la vita ha offerto, senza gelosie e possesso malsano.
Io credo che lui possa riconoscere, in cuor suo, per gli anni dell’intera nostra unione, che ho avuto quotidianamente tante attenzioni, premure, gesti affettuosi (anche mirati a “momenti di passione”) e conforto per i suoi problemi personali, a volte anche con la mia discrezione per non farglieli pesare. Sa che non sono capricciosa o impositiva; sono sincera, responsabile, paziente e passionale! Tutto ciò gli è sempre piaciuto.
Ho anche dei difetti che riconosco pienamente e sono stati spesso fastidiosi per lui:
sono poco incline alle dinamiche di comunicazione  “difficili da gestire” in certe relazioni sociali e familiari, e laddove mi sento sola e senza la sana complicità che chiedo ,  preferisco proteggermi, a volte esagerando;  sono una casalinga meticolosa e ligia al dovere; riservata  e un po’ insicura;
non sono bella;  forse esprimo con troppo entusiasmo i miei piaceri personali, ma senza imposizioni (viaggi e esperienze culturali varie che tante volte  lui  ha voluto condividere con me e sembrava contento); faccio zapping col telecomando TV.
Negli ultimi due anni del nostro matrimonio io ho vissuto un carico emotivo intenso a causa dei  problemi affrontati nella mia famiglia d’origine e il periodo di intensa violenza fisica e psicologica nella mia sede di lavoro,  durato 5 anni, com’è noto.
Lui, al di là dello stress lavorativo e un certo condizionamento legato ai dolori fisici che lo hanno interessato dal 2010 circa,  ha vissuto un crescendo di opportunità professionali e di svago, che lo hanno indubbiamente sollecitato ad un desiderio irrefrenabile di esprimere tutte le sue potenzialità, di imprenditore e di uomo. Giusto e degno di rispetto anche questo. Ciò ha anche determinato in lui un progressivo allontanamento, poco esplicitato ma evidente nelle espressioni di sé nei miei confronti.
L’ho sempre ammirato per la sua ottima base di valori, la sua intraprendenza, la serietà e caparbietà con cui persegue i suoi obiettivi meritando tutto ciò che d’ importante ha realizzato nel tempo. Lo ammiro anche per la disponibilità materiale spontanea che ha avuto con chi ha avuto necessità (amici, suoi e miei familiari). Anch’io ho dato la mia collaborazione umana e materiale secondo le mie possibilità e trovavo gratificante sentirsi uniti in queste cose.
Negli anni insieme, ho sofferto e cercato di convivere con alcuni aspetti poco graditi della sua personalità,  alcuni sempre conosciuti e altri manifestati nel tempo.

POI, una sera d’autunno 2013, ho cominciato a scoprire le sue conversazioni/approccio online e, via via,  le tracce telefoniche dei suoi “incontri gradevoli” con qualcuna (con scambio di denaro), mentre vivevamo  come una coppia di coniugi  (anche amanti), e i vari eventi di normale famiglia che si sono succeduti nel tempo. E’ stato doloroso vedere in lui disponibilità e gentilezza con altre donne, anche in orari e giorni  a me generalmente vietati causa impegni!
Ho pensato immediatamente che ci eravamo trascurati reciprocamente  e in parte fosse fisiologico il desiderio maschile di assaporare “novità”, ma lui ha detto, appena gliel’ho chiesto, di averlo fatto “solo per fare amicizie e perché io sono depressa”. Mah!
Ho osservato il suo allontanamento da me (rifiuto di contatti fisici, condivisione varie situazioni, brevi viaggi fatti sola coi figli) dall’inizio dell’estate 2013, ricevendo, come motivo esplicito che fosse impegnatissimo al lavoro: trasmetteva sempre forte preoccupazione per i suoi progetti lavorativi che non decollavano, lo stress quotidiano e i lancinanti dolori ai piedi che lo tenevano di malumore. Però, contemporaneamente aveva iniziato un suo “percorso” di sensazioni personali di cui non ha parlato apertamente, affinché si potesse riflettere e darci delle possibilità insieme.
Mi sono accorta di avere difficoltà anche a ricercare un dialogo e lui era oppositivo, nei brevi momenti di presenza. Tutto ciò, unitamente allo stato emotivo legato ai problemi della mia famiglia, mi ha reso più triste e sconcertata (caldo estivo a parte) e lui, infatti, ricorda questo mio stato d’animo unendolo ad alcuni aspetti della mia personalità che, a suo dire, rendono impossibile un’unione tra noi.  Magari era più facile provare esperienze extraconiugali finché io ne ero inconsapevole.
E’ anche verosimile che lui abbia lentamente modificato i suoi sentimenti verso me, considerando le numerose situazioni e opportunità che vive.
Però, mi sento umiliata dal modo che ha scelto.
Alla fine ha decretato il mio ripudio. Io prendo le conseguenze.
Durante i tentativi iniziali di chiedergli delle spiegazioni sulle sue scelte ha ritenuto affermare che siano solo affari suoi tutto ciò che fa.
Indipendentemente dal matrimonio e dal fatto che alleviamo, per scelta, i nostri figli con un valore cristiano della famiglia?
Avrei dovuto fare finta di niente, ma quando ami una persona con cui hai fatto una scelta di vita hai diritto/dovere di  capire.  Magari se l’avessi fatto io lui avrebbe reagito diversamente (?).
Non gli interesso come donna (perché, a suo dire, non lo attraggo più) e compagna di vita  (perché siamo incompatibili?):mi sto impegnando a stamparmelo in testa con sofferenza e devastazione interiore.
Ha cancellato dalla mente tutto il bello che gli ho sempre dato e che si è preso con piacere e gioia!
Mi ha sempre considerata un’ottima amante e io ero felicissima di questo!
Poi, alla fine, mi ha detto che si è trattato di sfogo fisico e che ha provato sensi di colpa: mi sono sentita usata e di poco valore.
Ho sempre immaginato che potesse arrivare il momento della “evasione maschile”, per un richiamo della natura e del fatto che ci siamo fidanzati appena ventenni.
Nella mia mente comprendo, e gliel’ho comunicato in varie occasioni di conversazione, che avrei chiuso occhi e mente su eventuali sue fughe per “la seratina brava” in qualche bordello europeo (sicuramente più sicuro e protetto da tutto). L’importante che fosse sporadico, anonimo e lontano da casa.
Io posso commettere tanti errori (spero non gravi in 28 anni d’unione)  o avere qualche aspetto fastidioso  così come li ha anche lui per me, ma  vedere “ mio marito”  e padre dei miei figli caricare propri dati e fotografie sulla rete web e intrecciare relazioni  con  donne di passaggio, straniere e conterranee, alla ricerca di  sesso in cambio di denaro oppure per compensare la propria vita solitaria,  con i rischi vari, è stato  di pessimo gusto.
Spero lui sia d’accordo almeno in via razionale.
Ha cominciato a pianificarsi la vita in silenzio e ad escludermi da tutto come compagna e donna. Anch’io avrei potuto fare varie scelte gratificanti per me, anche poco coniugali. Invece, ho vissuto sempre con mille scrupoli per rispetto verso lui e i figli.
Ho avuto l’impressione mi abbia ritenuto la stupidina che non si accorge di nulla e può essere presa per il culo; che tiene casa e famiglia in modo egregio e rincasando è sempre tutto a posto.
Mi ha fatto male sentirmi dire solo – Mi dispiace per i miei figli.  E i miei sentimenti ?
Solo dopo essere stato scoperto, ha dichiarato di voler stare esclusivamente da solo.
Io ho provato un dolore interiore indescrivibile e che mi ha subito indotto a non dormire a fianco a lui nel nostro letto matrimoniale: mi sono sentita un rifiuto.
Dopo qualche settimana lui ha voluto lasciare quel letto dicendomi che lo avrebbe abbandonato per sempre.
Durante i brevi momenti di confronto diretto mi ha detto un insieme di cose  che mi hanno ferita pur riconoscendo con umiltà che qualcosa possa essere verosimile:
-Se ho fatto tutto questo è perché tu sei sola e depressa! Non hai amici! Non sopporti la mia e la tua famiglia!  Devo sempre elemosinare per ottenere sesso da parte tua!
Quando torno a casa la sera sei sempre incazzata. Sei contenta solo a partire dalle due settimane che precedono i viaggi annuali che organizziamo e per il resto dell’anno sei di mal umore!
Ti sei permessa di curiosare sul mio pc. Tu non puoi guardare la mia posta o il mio pc perché voglio la mia privacy, non posso esplicitarti  tutto.  Non te lo perdonerò mai!!
Hai fatto un casino per niente.  Non c’è niente di tutto quello che ti sei messa in testa! Sono fantasie tue. Non ti devo spiegazioni perché sono affari miei quello che faccio.
Noi due siamo incompatibili.  .  Avrei dovuto lasciarti anni fa.
Da 3 /4 anni sei cambiata. Vivi nelle tue fissazioni.  Guarda come ti sei ridotta!
Non vedo l’ora di andarmene.
La domenica, a differenza delle altre famiglie, tu non cucini niente di particolare e, se non facessi io l’arrosto, non so cosa mangeremmo!  A te basta andare a scuola, pulire, andare in giro!
Vuoi uscire il sabato sera e quelli che escono è perché non hanno un cazzo da fare.
Io non ho proposte da farti, ho da lavorare o preferisco riposarmi.
Non ti sei voluta trasferire a Samassi. Non vieni a letto se non lavi prima i piatti!!
Dobbiamo andare da mio……, o dai miei….per questo o per quello, ma a te non te ne sbatte un cazzo! ).  Io lavoro tanto e porto benessere economico in casa!
Se vivi in questa bella casa è  merito mio. Ultimamente lavoro il doppio di ciò che dovrei fare perché sto aiutando qualcuno della tua famiglia.
Quando sto a casa o vado al mare (per il quale d’ora in poi mi organizzerò da solo) voglio riposarmi e dormire.  Io non ho altre esigenze, sto bene così: lavoro, vado in palestra, dormo.
Hai capito che io non voglio più andare con te neanche in vacanza?
Tu te la sei fatta la vacanza coi figli (N. B. perché lui non è voluto venire) e ora la vorrei fare io solo con loro. Io lavoro e posso partire solo in determinati periodi dell’anno (N.B. è partito più volte in vacanza da solo in periodi dell’anno altamente lavorativi per lui!).
Hai detto a tutti che tra noi ci sono problemi!  Io tengo per me gli affari miei. Non ne parlo neanche con i migliori amici.  Agli altri non interessa. Da quando è morta mia madre (che mi manca molto!) tu hai chiuso con la mia famiglia. Tu non vai neanche a trovare tua nonna al cimitero.  Quando si va da qualche parte tu vuoi vedere  dappertutto e  bisogna fare come vuoi tu.
I miei sentimenti sono cambiati da qualche anno: voglio vivere una vita per conto mio!
Non cerco donne, non ho l’amante e non amo un’altra donna!
Dobbiamo tutelare i figli, altrimenti soffrirebbero. Possiamo anche uscire qualche volta con amici. Non importa che gli altri sappiano di noi. Dobbiamo portare avanti la famiglia.
Quando i figli saranno più autonomi e maturi si vedrà! Devi sforzarti di avere un atteggiamento positivo di fronte ai figli perché loro soffrono vedendo che tu hai la faccia triste.
Così stai crescendo il maschio trasmettendogli sofferenza e la femmina, che quasi non mi caga neanche perché ce l’ha con me dopo che tu l’hai usata e coinvolta nelle faccende che riguardano solo noi.
N.B. E’ stata lei, nostra figlia, a pormi di fronte ad alcune cose da lei scoperte e ha sofferto tantissimo. Altre le ho scoperte e ricercate io.  Boh.
Con me ha costruito una famiglia, ricercato un secondo figlio e fatto tante esperienze gradite sempre sopportandomi? (N.B. sul 2° figlio mi ha detto che lo desiderava per non lasciare sola la primogenita).

Anch’io ho sofferto e convissuto con tante sue caratteristiche da me non gradite e per le quali non ho avuto le risposte che gli ho chiesto tante volte:
per l’immagine pubblica  fronte agli altri, dell’uomo sorridente, gioviale, loquace  e brillante;
e quella privata, dove  dorme,  fa giardinaggio, commissioni, visione di Telegiornali, ipad;
è silenzioso e dice di non avere mai nulla da dire o si limita a  brevi risposte su cose di quotidianità.  La domenica sera sempre col malumore o irritato per qualcosa.
Ammetto che invidio un po’ la simpatia, l’affetto e il gradimento delle conversazioni che lui mostra ogni volta che è con amici.  Io ho trovato faticoso ottenere suoi gesti affettuosi, spontanei o in risposta ai miei (come notato da nostra figlia) e ho stretto i denti facendo leva su tutte le altre qualità positive che lui ha.
Mi ha sempre fatto soffrire essere rimproverata impulsivamente, con tono alterato, ogni volta che commetto o  ipotizza che io abbia commesso un piccolo errore domestico (come notato da nostro figlio), o appena comincio a parlare per chiedere qualcosa o fare un’obiezione su aspetti di vita privata e familiare con opinioni diverse. Non c’è mai stata quell’intesa e quella complicità sana e bella che rafforza e unisce una coppia. Se poi io cerco di rimediare  mi sento snobbata o si  stupisce nel vedermi passare al sorriso e al dialogo per recuperare. Negli ultimi anni l’ho notato sempre più nervoso e permaloso. Non voglio fare accuse o screditare la sua persona! So che lui è una bella persona, ma io ho vissuto realmente le sensazioni che descrivo.
Mi ha sconcertato sentirmi dire che è merito della sua intraprendenza se abitiamo in una bella casa (la sua casa), pur sapendo che dovremmo, piuttosto, ringraziarci reciprocamente per essere sempre stati entrambi impegnati concretamente, con onestà e rettitudine, ciascuno nei propri doveri quotidiani, in casa e fuori casa. Sa che l’ho sempre lodato e ammirato per l’intraprendenza.
So che in cuor suo riconosce che il totale senso di libertà quotidiana con cui ha vissuto e il mio senso di responsabilità su tutto, gli hanno consentito di dedicarsi alla professione serenamente, raggiungere traguardi e guadagni ingenti, con evidente risvolto economico. Dentro e fuori  casa io lavoravo per la nostra famiglia (senza aiuti domestici) e lui ha sempre avuto dimostrazione  del mio impegno.
I nostri figli vedono da sempre un padre qualitativamente ottimo con loro sebbene dosato e con poche condivisioni perché sempre in corsa. Mi fa soffrire che lui abbia focalizzato l’attenzione sul fatto che è diseducativo per i nostri figli vedere la madre con la faccia triste (dopo le “scoperte” che ha fatto e il ripudio da parte sua), ma riconosco che è vero.
Mi dispiace moltissimo per la visione e concezione della coppia che riceve il nostro figlio maschio, come uomo verso una donna: frasi essenziali su cose pratiche, poco sorriso, rimproveri, nessun gesto affettuoso. Ormai, anch’io, conseguentemente, gli mostro questo, come donna verso un uomo.  E’ vero che io sono sola, ma dal punto di vista coniugale.
Fortunatamente ho tanti amici dai quali sto ricevendo tanta disponibilità, compatibilmente col fatto che ognuno ha la propria vita e io me la devo cavare da sola.
Mi rincresce sentirmi dire che ho chiuso con la sua famiglia dalla morte di sua madre: ha dimenticato tutta la disponibilità che ho sempre dato verso suo padre da vedovo e anche negli anni precedenti, magari senza grande armonia con sua madre (per differenti personalità) ma con rispetto, anche avvertendo spesso la mancanza di complicità  da parte sua, per gestire meglio certe dinamiche di comunicazione per me a volte  un po’ pesanti.
Tuttavia, ho compreso le sue difficoltà e i suoi imbarazzi nell’insieme di situazioni e di equilibri familiari, sicuramente non facili anche per lui.
Sulle nostre famiglie, abbiamo conversato insieme tante volte ed io ho espresso le mie opinioni  su ciascuno dei miei e dei suoi familiari, con sincerità.
Io sarei “una depressa che vive nelle sue fissazioni” e “una che è di buon umore solo i giorni che precedono  un viaggio o una vacanza”: onestamente fatico a riconoscermi in una tale personalità e mi domando come sia possibile che lui abbia vissuto e assaporato con piacere evidente tutto il bello di me che gli ho dato se sono realmente depressa???
L’ho riempito di premure, gesti affettuosi, anche, spesso, mirati all’”intimità” (che non ha capito perché corre sempre concentrato su te stesso).
Dentro casa compie tante azioni anche quando ho già provveduto io o si potevano rimandare per uscire insieme.  Mi ha tradita e offesa in certe cose che mi ha detto.
E’ vero che ho curiosato sul suo “privato tecnologico”, perché me ne ha dato il motivo.
Considerando tutto ciò che anche a me infastidisce di lui e la vita parallela che conduce avrei dovuto fare lo stesso.

In cucina è vero che non sono uno chef e che talvolta non ho voglia di cucinare in modo elaborato, ma quotidianamente c’è sempre qualcosa di cucinato per la famiglia intera e, compatibilmente con lavoro, stanchezza, ecc. ogni tanto preparo qualcosa di particolare.
Non ha accettato la mia richiesta di seguire un percorso di ricostruzione presso un esperto di problemi di coppia; ero pronta a mettermi sotto analisi e avevo già cominciato a lavorare sulla mia persona modificando molti piccole abitudini per lui fastidiose, ma lui non c’era mai e non le ha colte.
Forse desidera vivere la sua vita senza impegni di coppia, però per i modi in cui ha iniziato il suo nuovo percorso, per tutto quello che mi ha detto e il suo continuare a ridere e mostrare gioia con gli altri vedendo la mia sofferenza, mi ha deluso umanamente.
Rispetto anche il suo desiderio di trasferirsi da un’altra parte: può aiutare a riscoprire se stessi purché rivaluti il rispetto di chi ha lavorato sodo e responsabilmente al suo fianco amandolo intensamente per tanti anni.
Ho avuto l’impressione, magari sbaglio, che lui preferisca fingere di fronte agli altri per non ricevere opinioni differenti dalle sue, osservazioni su certe sue azioni o sollecitazioni a valutare bene le scelte di  vita che ha fatto ora.
Mi sembra un uomo che basta a sé stesso e corre continuamente concentrato su sé stesso.
Un uomo che mi rivolge lo sguardo e poche parole con fastidio o distacco.
Io stessa ammetto di avere ormai molte difficoltà (imbarazzo, paura di infastidirlo) a conversare con lui, nonostante mi sforzi  di trovare argomenti per non stare in completo silenzio. Tutto ciò che vive sembra avere solo un valore utilitaristico, teso a fare impresa, investire tempo e denaro, produrre e lavorare continuamente su cose materiali. Forse, dal punto di vista emozionale ora ha voglia solo di fugaci momenti di piacere con persone disponibili senza impegno. Forse, in fondo è lecito anche questo. Lui ora  ha scelto per tutti, offrendone anche le conseguenze.
Lui ha investito professionalmente e guadagnato per continuare ad investire materialmente per sé e il futuro economico dei nostri  figli.
Io sono stata complementare investendo sulla famiglia, lavorando fuori e dentro casa, e seguendo scrupolosamente i figli sui quali è gratificante sentirci dire “che ragazzi in gamba!”.
Ma ciò che io ho fatto e continuo a fare porta meno denaro e forse ha meno valore?
Soffro per il fallimento di un amore poco consumato perché sempre lontani quotidianamente, sul quale avrei voluto addirittura ancora mettermi in gioco e d’impegno per non buttare  all’aria il bello che abbiamo costruito insieme e ora, alla nostra età, potevamo cominciare a dare un taglio più entusiasmante alla nostra vita di coppia.
Spesso ripenso alle caratteristiche e esperienze comuni, quelle che sono piaciute ad entrambi e che sembravano unirci: le nostre fughe “amore, cibo e conversazione”; le nostre opinioni morali e culturali identiche; l’amore per la conoscenza della nostra terra e il piacere dei viaggi; i nostri gusti identici sull’estetica di casa e tanti oggetti; il nostro valore comune sulla genuinità delle cose,  sul sacrificio e l’impegno come ci hanno educato i nostri genitori; le nostre divertenti battute a doppio senso;  la grande passione e intesa intima che avevamo!  Tutte accantonate.
Sono sprofondata in uno stato emotivo terribile. Sono devastata interiormente e fatico a fingere di fronte a chiunque. Non si può giudicare dall’esterno.
Proprio ora che  era arrivato finalmente il momento della risalita per tutti nella mia famiglia d’origine e della vita un po’ più di coppia con l’uomo che amavo/amo (?), coi figli che crescono, una maturità in più,  i sacrifici fatti ecc.
Invece, affondo. Già, dimenticavo, lui alla fine mi ha detto: -Abbiamo ambizioni diverse nella vita.
Ora devo ricominciare da capo in tutti i sensi. In fondo, evidentemente lo merito.
A volte, nelle proprie scelte, non ci si accorge neanche di quanto male si può fare a chi ci sta accanto. La sofferenza è terapeutica e io  devo viverla tutta.
Anche i nostri figli stanno soffrendo in silenzio senza ingenuità, e hanno capito che devono proteggersi tenendo stretti e in empatia  i singoli genitori perché ne hanno bisogno.
Se questa è la strada per la sua felicità…

Ho iniziato a scrivere tutto questo a Dicembre 2013, per focalizzare l’attenzione su tutto, per riflettere obbiettivamente e metabolizzare il dramma che sto vivendo.
E’ ovvio che tutto ciò che ho espresso appartiene al mio pensiero ed è prodotto dal mio punto di vista personale. Quindi è incluso il beneficio del dubbio per chi dovesse averne conoscenza.

Giugno 2014: la quotidianità sta scorrendo come se il tempo avesse rallentato, e vivo ogni minuto col dolore intenso di chi agisce con una sensazione di vuoto nella propria vita (figli sacrosanti a parte!); di chi vede per pochi minuti al giorno colui che era il proprio marito mentre compie  a casa le basilari azioni  quotidiane (lasciare i suoi indumenti davanti alla lavatrice, mangiare, fare giardinaggio ecc.), uscire presto  e rientrare la sera tardi, assorto nei suoi silenzi e nel suo relax, che tiene sotto controllo tutti i suoi “oggetti tecnologici”, come un estraneo, in attesa della realizzazione del suo nuovo desiderio: il completamento  del suo ultimo acquisto immobiliare e relativo  trasferimento per iniziare la vita che desidera, disgregando un sentimento profondo e sincero che nella vita non riceverà più.  Ormai si è preso la licenza di fare quello che vuole.
Ultimamente ha reso nota la sua scelta di finire il matrimonio anche ad alcuni suoi familiari:
quindi è sicuro di sé, come immaginavo. Non tornerà più indietro. E’ come un treno in corsa.
Forse tutte le contorsioni mentali che ho fatto non hanno senso.
L’unico vero motivo è che lui non mi ama e vuole vivere la vita che desidera per sé.
Ne ha il diritto. Però senza screditare e offendere la mia persona.
Neanche io posso vivere a fianco ad un uomo silenzioso, nervoso, permaloso, traditore subdolo,orgoglioso, egoista (in termini di affetto e scelte per sé), col sorriso e la loquacità selettivi, interessato solo a brevi rapporti intimi e, per il resto, concentrato su sé stesso e prevalentemente assente. In fondo, forse non mi sono mai sentita veramente amata, ma essenzialmente stimata come amante, madre e persona responsabile, tranquilla e onesta.
Io ho amato tantissimo. Lo sa bene.
Questa ferita rimarrà aperta per sempre. Mi salvi chi può!

Luglio ‘14:
Tanti pensieri, tante considerazioni, ricordi e immagini vagano nella mia mente, ogni istante dell’intera giornata: dal risveglio al breve sonno notturno per crollo fisico. È una tortura!
La memoria rimanda continuamente di tutto, anche se si cerca di scacciare e far sprofondare tutto nell’oblìo. Memoria e sentimenti sono maledetti!
Le lacrime sono continuamente prodotte, lasciate uscire di nascosto e rimandate indietro quando ci si trova di fronte agli altri.
Ventotto anni d’unione sono tanti e abbracciano le esperienze più importanti della vita umana.
Ora occorre concentrarsi su tutto ciò che ha procurato fastidi e sofferenza: è terapeutico per lavorare sull’annullamento del sentimento più grande e intenso nei confronti di chi ci abbandona.
È difficilissimo.  Peraltro, un brutto trauma deve ancora arrivare: il giorno che andrà via da casa portandosi appresso i propri effetti personali. Significherà la vera fine e l’inizio.
L’inizio di cosa? Boh.
Tutto è rovinato.
Soffro, piango un po’ ogni giorno e ho sempre la sensazione di un coltello che affonda per:
•    il tradimento ricevuto e le varie bugie;
•    l’impossibilità di  offrire l’immagine dell’amore  tra due genitori che avrei voluto dare ai nostri figli, sapendo che li stavamo allevando con quel valore cristiano per scelta (mi dispiace troppo!!!!!!!!!);
•    la visione quotidiana, di pochi minuti la sera tardi, di un uomo che era il mio amore e marito, diventato un estraneo che non parla e solleva gli occhi al cielo se gli rivolgo la parola, mi ha escluso da tutto ciò che lo riguarda nella vita;
•    il suo desiderio solo di lavorare, dormire e andare in vacanza per conto suo, sapendo che abbiamo una famiglia e i figli hanno bisogno di condividere qualcosa con i genitori;
•    la barriera che mi ha posto di fronte ai miei tentativi leciti di conoscenza di ciò che ha fatto veramente di nascosto;
•    l’annullamento, che lui ha decretato, di un sentimento così importante, che nella vita dovrebbe farci capire a cosa dare valore, considerando che non saremo sempre in energia, salute e dinamismo;
•    il rifiuto di mettere in un’ideale bilancia i veri e più importanti sentimenti insieme a tutte le altre ambizioni di lavoro e svago, per arrivare ad un peso preponderante finale;
•    l’aver constatato che, a differenza della mia persona, lui non è affezionato a me, nonostante il mondo di attenzioni, amore sincero e responsabilità che gli ho sempre dimostrato; io, invece,  gli ero  affezionata nonostante certi aspetti del suo carattere.
•    la paura del futuro prossimo, nella solitudine, nella scarsa speranza e nella paura di poter ricevere ancora un amore e un affetto che mi diano la sensazione di essere una donna meritevole di questo;
•    l’immagine doppia che esprime di sé: quella pubblica (di fronte a tutti, miei genitori compresi) dell’uomo dinamico, gioviale, affabile e sorridente; quella privata dell’uomo silenzioso permaloso, sulle sue, con aria di sufficienza, sofferente e quasi docile nell’accettare di ricevere assistenza quando non sta bene in salute. Quante volte gliel’ho fatto notare senza ricevere soddisfazione!
Sono punita? Fino a che punto? Sto troppo male. Vorrei spaccarmi la testa da qualche parte. Sto urlando, ma nessuno mi può aiutare.

Fine luglio: sto male, mi sento sola,  soprattutto dentro la famiglia e io vorrei tanto morire di colpo. Non posso neanche trasferirmi da un’altra parte perché ho figli che devono tenere il proprio equilibrio nella loro casa e io devo prendermene cura.
Nessuno forse osserva in che stato psicologico sono realmente.
Nessuno ha mai osato chiedere a Lui qualcosa, per capire, per fargli capire che rispetto deve avere per la mia persona, per……..….boh!

E’ una violenza atroce; è peggio di un lutto, perché qui non c’è il defunto ma solo la morte imposta di un sentimento che ora devo impegnarmi ad annullare facendomi violenza;
è una tortura quotidiana che mi devo infliggere quotidianamente, in ogni dettaglio:
impormi di non guardare più tutti quei prodotti (alimentari, di igiene, di abbigliamento,…) che  compravo amorevolmente per lui;
toccare i suoi indumenti per stenderli o riporli nell’armadio senza guardarli;
evitare di guardarlo negli occhi e isolarmi mentalmente per attenuare la sofferenza, quando lo vedo parlare e sorridere dolcemente con i nostri figli, oltreché invitarli ad andare nella sua nuova casa di campagna, mentre io sono l’esclusa;
abituarmi ad agire quotidianamente in casa, smontando tutta quella abilità gestionale costruita nel tempo, quando lavoravo sodo mentre lui non c’era, con l’obiettivo di avere spesa fatta e casa brillante, per stare insieme a lui e condividere qualcosa di gratificante nei brevi momenti o serate del suo tempo libero.
Ho imparato a fare la brava lavoratrice stipendiata e contemporaneamente l’ottima madre-casalinga-amante per ritrovarmi sola!
Tutto quello che ho fatto non è servito a una cazzo!!!
Solo una stronza può pensare di impegnarsi a lavorare sodo quotidianamente, senza servitori e a totale favore della famiglia, pensando che si tratti di amorevole rispetto per il proprio marito e amore che lavora tanto.
Solo una stronza può marciare seriamente negli anni pensando che bisogna dare con tanta pazienza e saper aspettare.
E io sono proprio una stronza patentata!  È tutto così irrazionale!

Agosto:  forse i suoi sentimenti sono racchiusi nella frase seguente, condivisa da lui su Facebook, in base ad un profilo che si è costruito con un personaggio che non esiste:
“a volte il silenzio dice cose che il cuore non avrebbe mai il coraggio di dire”.
I suoi anni di silenzio e rare condivisioni con me di tutto ciò che  è  una vita di coppia, significano che non mi ha mai realmente amata e ha portato avanti una famiglia fidandosi e adagiandosi sulla mia bravura di madre per i suoi eredi, sulla mia responsabilità e amore verso lui?
Poi, dopo anni di recitazione, è esploso il suo bisogno interiore di dare sfogo ai suoi veri desideri?
Questo è il senso della nostra incompatibilità che diceva e avrebbe dovuto lasciarmi anni fa, come ha affermato?
E perché avermi illuso e amplificato i miei sentimenti di amore e affezionamento a lui per così tanto tempo?  E’ crudele!
Forse…
le mie espressioni di tenerezza per arrivare anche al sesso (in orari ragionevoli per non crollare dal sonno), mentre per lui solo sesso;
il suo essere permaloso e sempre di mal umore la domenica sera e nei giorni di  vacanza;
Il mio voler vivere e condividere con lui tante cose ( cultura e conoscenze, risate con la comicità terra terra, viaggi, cucina, passeggiate, conversazioni, tenerezze, sesso…), e il suo stare in silenzio,lavorare, zappare, dormire e fare sesso nelle scarse presenze;
il mio voler fuggire spesso dagli schemini  abituali (sempre programmare cosa si mangia, al mare si va alle 8,00 e si dorme sotto l’ombrellone, le verdure  così e non cosà, la domenica si cucina carne con lo spiedo, ecc. ecc.) ricevendo rimproveri;
il suo comportamento pubblico e la relativa immagine, opposti a ciò che ha sempre espresso con me nel privato;
i suoi approcci con altre donne e la doppia vita segreta desiderata solo per “non far soffrire i figli” (sebbene con modalità discutibili per un padre);
ERANO PROPRIO IL SINTOMO DELLA MANCANZA REALE D’AMORE PER ME e non osava dirmelo!
Una persona innamorata desidera le tenerezze, il dialogo, il conforto nei momenti di sofferenza, la condivisione, il compiacimento; è disponibile a cedere una parte dei propri schemi abituali e delle proprie convinzioni per andare incontro a chi ama, reciprocamente; desidera proteggere la persona amata; non ne ride alle sue spalle, non la prende in giro e non la rimprovera su ogni azione.
Forse con un’altra donna esprime o esprimerà tutto ciò che io ho faticato ad avere e alla fine non ci sono riuscita: sarà sorridente, di buon umore, tenero, loquace, pronto a condividere cose rifiutate o mal sopportate con me.
E’ atroce se penso a tutti gli anni trascorsi al suo fianco.
DIO, aiutami a superare tutto questo e a ritrovare la serenità! Sempreché io la meriti.
Anch’io ho avuto vari aspetti di insoddisfazione e tanti desideri d’evasione nella mia mente; ma desideravo essere coerente stringendo i denti, provando a lavorare su me stessa e pazientando.
Però…io amavo realmente.

Comments (1):

  1. Sly

    Dicembre 6, 2014 at 3:19

    Cinzia tutto quello che hai scritto parola per parola sta succedendo a me.
    Ancora non se n’è andato credo non sia abbastanza uomo per farlo, ma
    Io sono disperata come te aiutami,

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