Parto dalla considerazione che, dopo aver subito un tradimento, sia possibile tornare ad essere felici accanto ad un uomo a patto che NON SIA LO STESSO UOMO CHE CI HA TRADITE.
Purtroppo, in linea generale, non credo nella redenzione di un fedifrago. Un uomo che si è sentito in diritto di agire in un modo così meschino e irrispettoso nei nostri confronti, alla prima occasione ci ricadrà adducendo motivazioni e scuse diverse dalla prima volta ma che avranno sempre un comune denominatore: la colpa della sua debolezza ricadrà su di noi, sulle nostre (poche o troppe) attenzioni, sul nostro (poco o troppo amore), sulla nostra (poca o troppa) gelosia, sulla nostra dipendenza (o indipendenza) da lui e così via…….
Quando ho iniziato a reagire al mio destino crudele??
La sera stessa in cui ho scoperto il tradimento e in cui ho realizzato che non si trattava di un inesorabile destino ma della degna fine di una storia con un uomo che non mi amava per quella che ero e che, sicuramente, anch’io non amavo abbastanza. Non ero destinata a soffrire. Mi ero solo focalizzata sulla persona sbagliata.
Quando ho capito che sono stata artefice del mio destino e non vittima, ho realizzato che, da quel momento in poi, non avrei mai più avuto scuse :
LA MIA FELICITÀ SAREBBE DIPESA SOLO DA ME E DALLE MIE SCELTE FUTURE.
Per questo motivo, ho iniziato a riflettere su me stessa, ho analizzato le mie relazioni precedenti e il modo in cui mi relazionavo con le persone in generale.
Ho capito tante cose di me che prima non avevo tempo o voglia di vedere.
Ho capito, per esempio, che cercavo continuamente l’approvazione degli altri e che volevo piacere a tutti indistintamente, anche alle persone che erano solo di passaggio nella mia vita.
Ho capito che, per chiarire dentro di me quello che desideravo, dovevo prima capire quello che detestavo e che non volevo più rivivere.
Questo lavoro su me stessa mi ha permesso di mettere dei paletti, dei punti fermi nella mia vita intorno ai quali ho iniziato a ricostruire la mia autostima e ad attribuire la giusta importanza alle persone e ai loro giudizi.
Avevo ben chiaro quello che avrei voluto da un’eventuale relazione e , soprattutto, ero ferma sul fatto che, piuttosto che accontentarmi ancora di un uomo o illudermi di poterlo cambiare, sarei rimasta da sola senza rimpianti.
Da questi presupposti, con molta fatica, ho iniziato ad ascoltarmi di più e ad assecondare il mio sesto senso facendo, a volte, anche delle scelte apparentemente incoscienti.
Sono andata a vivere da sola pur avendo un lavoro precario e neanche un euro in banca.L’appartamento in questione non l’avevo neanche visto prima di prendere accordi con la proprietaria per telefono. Mi bastava sapere che si trovasse a 20 metri dal lavoro e che costasse poco. Non vi dico quando ho aperto per la prima volta quella porta! Quando la mia cara amica che mi aveva accompagnata si rese conto della situazione mi guardò implorante chiedendomi di ripensarci. Io, amante del design e del minimalismo, freddolosa come pochi e nemica del marrone scuro, la disarmai chiedendole: “Perchè?? Cosa c’è che non va? Qui ci vivrò benissimo e poi, soprattutto, NON HO SCELTA”. Quel posto non era perfetto ma era “mio”. Non avevo neanche voglia e forza di cambiarlo. In effetti a Febbraio mi sono trasferita, a Settembre ho cambiato almeno le tende e il divano!!
Ho trovato un secondo lavoro che riempisse gli spazi vuoti delle mie giornate e che mi garantisse di recuperare i soldi dell’affitto anche in caso d’emergenza.
Ho deciso di ricominciare a giocare a pallavolo, mia passione dai tempi di Mimì e, tramite una ricerca in internet, ho trovato una squadra di misto amatoriale che poteva fare al caso mio anche se non conoscevo nessuno e gli allenamenti sarebbero stati a 25 km dal mio “covo”.
Sono andata a giocare in una squadra di ping pong con gente che non avevo mai visto.
Sono andata al mare da sola ogni volta che mi andava.
Ho riscoperto amicizie sincere e abbandonato quelle che non mi facevano stare bene..
Quando avevo qualche dubbio sul da farsi, prima di prendere qualsiasi decisione, mi fermavo e mi chiedevo se quella cosa mi avrebbe fatto stare bene o se la facevo per accontentare qualcun altro se non era quello che volevo veramente. Pian piano la mia schiena cominciava a raddrizzarsi, non ero più piegata sulle mie spalle con la faccia derelitta e sofferente e iniziavo finalmente a sentire energia dentro e intorno a me..e la cosa interessante era che anche gli altri sembravano accorgersi della mia forza e ricercavano la mia compagnia.
Ero sferzante nei giudizi e, soprattutto ai maschietti, non ne risparmiavo una.
Ero diventata (.. e lo sono tuttora…) l’anti-maschilista per eccellenza. Il mio cinismo serviva a prendere le distanze dalle situazioni e dalle persone che non capivo al volo.. mi concedevo degli attimi di riflessione per analizzare quello che la persona che avevo davanti volesse realmente da me…
Era diventata quasi una sfida con me stessa quella di non farmi più fregare dalla forma delle cose e di coglierne, invece, il contenuto cioè quello che avrebbe avuto ripercussioni (positive o negative) sulla mia giornata. Non ero più io quella che doveva piacere agli altri ma erano gli altri che dovevano piacere a me. IO POTEVO SCEGLIERE.
Riguardo all’amore.. ..beh! Inutile dirvi che ero completamente disincantata e rassegnata all’evidenza che il maschio è un essere imperfetto e debole e che, quindi, l’amore eterno non poteva esistere. Gli uomini erano tutti uguali per me..era solo questione di tempo e, chi prima, chi dopo, prima o poi si sarebbe rivelato per quello che era.
Una cosa mi dava forza: il pensiero che per essere felice non avrei avuto bisogno necessariamente di un uomo accanto.
In questo ruolo di paladina della giustizia femminile apparivo stranamente desiderabile agli occhi degli uomini e cominciavo a notare che più di qualcuno dei miei compagni della squadra di pallavolo iniziavano a lanciarmi dei segnali. Dato che l’ultima cosa che desideravo in quel periodo era di iniziare ad uscire con qualcuno, ho iniziato coltivare le amicizie all’interno della squadra senza dare spazio ad altre possibilità.
Tra questi compagni di squadra, uno in particolare dimostrava sensibilità e riguardo nei miei confronti e con lui riuscivo a parlare di tutto senza sentirmi giudicata. Mi faceva compagnia quando dovevo tornare in quella casa per portare a spasso il cane se il deficiente non poteva, mi faceva ridere e anche lui si divertiva con me.
Sono trascorsi 3 mesi di serate con amici, di telefonate e di risate prima di capire che quel ragazzo iniziava a farmi uno strano effetto e che anche a lui non ero indifferente…
verso giugno finalmente sono arrivate! Sono arrivate le farfalle nello stomaco, quelle che ti fanno sentire beatamente felice e che ti tolgono l’appettito. In vita mia ne avevo sentito parlare ma non le avevo mai provate dentro di me. E’ stato come svegliarsi da un lungo torpore.
Ricordo il primo bacio…e la mia fuga da tutto quel paradiso perchè non poteva essere vero, l’amore rimaneva una fregatura ad orologeria.
In poche parole, avevo paura di perdere il controllo della situazione e, per questo motivo, sono scappata più volte da lui, continuavo a mettere alla prova la sua pazienza e l’amore che diceva di provare per me. Lui ha scontato tante colpe non sue, ha dovuto difendersi con le parole e con i fatti dalle mie generalizzazioni sul genere maschile per dimostrarmi di essere sincero e onesto.
Lui non ha smesso di credere in noi e ha continuato a lottare anche per me.
Amiche mie..io alla fine quell’uomo l’ho sposato e lo risposerei ogni giorno.
Mi ha chiesto di sposarlo dopo 6 mesi che stavamo insieme, nel giro di altri 6 mesi eravamo sposati…. a gennaio 2011 è nato il nostro piccolo e a giugno 2013 è nata anche la sorellina.
Insomma, dopo pochi mesi dalla scoperta del tradimento la mia vita era cambiata radicalmente eppure, se qualcuno me lo avesse detto prima, non gli avrei mai creduto.
Ho deciso di fidarmi di lui, ho deciso di rimettermi in gioco non per necessità ma per scelta.
Cosa ho imparato dalla mia esperienza? Che le cose non accadono mai per caso e che, se scopriamo di aver scelto come compagno un deficiente che ci tradisce, dobbiamo ringraziare il cielo ogni giorno perchè vuol dire che il nostro futuro ha in serbo altro per noi e che abbiamo la possibilità di recuperare la nostra autostima e la felicità che meritiamo. Vuol dire che quell’uomo non merita il nostro tempo e che è arrivato il momento di ritrovare noi stesse.
Il tradimento mi ha tolto il sorriso, la fiducia negli uomini e la gioia di vivere ma mi ha permesso di mettermi alla prova e di scoprire quanto valgo e cosa posso meritare dalla vita:
una famiglia felice.
Grazie davvero, deficiente.