Ciao, sono Andrea e ho quasi 36 anni.
Con mia moglie ci conosciamo da quando eravamo ragazzini, lei sorella di uno dei miei migliori amici. Io appena quindicenne, lei prossima ai 17, vivemmo un\’estate meravigliosa, ci innamorammo con l\’intensità che pensi possa appartenere solo a quel periodo, in cui il mondo intero sparisce e restano solo le farfalle nello stomaco… Già allora il prezzo da pagare non fu basso, un amore (il primo ed unico) per un\’amicizia, trovai la ragazza della mia vita, persi l\’amico della mia adolescenza (ma questa è un\’altra storia…).
Da allora ho vissuto anni splendidi, percorrendo con lei momenti importanti e condividendo ogni difficoltà. Il liceo e la maturità, gli ostacoli dell\’università, le prime vacanze da soli, le prima \”volta\” di entrambi senza fretta, la ricerca di un lavoro, l\’acquisto di una casa e l\’accollo di un mutuo, il matrimonio (il più bello, semplice e gioioso di sempre), la morte di persone care, la nascita di due bambine meravigliose, un trasloco. Il sogno condiviso di una vita da trascorrere insieme, come accade nelle favole e nelle storie dei nonni a cui hai potuto regalare l\’album dei loro 60 anni di vita insieme.
Tentare di riassumere in poche righe un periodo così lungo e ricco di ricordi non è pensabile e probabilmente neanche rappresentabile. Le emozioni e le immagini vivide che serbiamo appartengono solo a noi e solo noi sapremmo dare a ciascuna di esse la giusta collocazione e rilevanza nel puzzle della nostra vita. Trasporne qui solo qualcuna, pescando dal baule della memoria, rischierebbe di essere un mero esercizio e un condimento non necessario. Un modo come un altro per esorcizzare il male, apparentemente utile durante la stesura, già fin troppo lontano appena dopo l\’invio del racconto. Del resto, però, sono proprio le emozioni a guidarci e senza nulla avrebbe lo stesso sapore, nel bene e nel male.
Così, dopo mesi di sofferenze, ci si ritrova in vacanza, svegli nel cuore della notte su di un letto ormai scomodo da condividere con chi ti sta accanto, appoggiati all\’ennesimo cuscino umido di lacrime, a cercare dove possibile un giaciglio per la propria anima. Ripensi per l\’ennesima volta al primo momento in cui hai realizzato che qualcosa non stesse andando nel verso giusto, quel momento in cui avverti una strana sensazione di inadeguatezza, di confusione e di smarrimento, come quando ci si trova ad osservare un quadro che si conosce perfettamente ma che presenta un particolare diverso, un segno tanto piccolo da sembrarti nascosto quanto evidente da non ritenere possibile di non averlo notato prima.
Una mattina come le altre, uscito dalla doccia, le piccole a guardare la tv e lei seduta sul letto della più grande con il cellulare in mano intenta a scrivere. Salutarla e scoprirla sorpresa, tesa nel risponderti, rapida nel disfarsi di quell\’arnese, vedere nei suoi occhi una luce differente, nella sua voce un tono elusivo.
Cominci a ripercorrere tutti i fotogrammi dei giorni successivi in cui quella sensazione si trasforma prima in attonita consapevolezza, poi in incredulità e malessere fisico, il cuore sembra volerti uscire dallo sterno, lo senti pulsare velocemente, le tempie ti esplodono.
Un rientro anticipato a casa, di cui lei non si accorge, il solito cellulare stavolta utilizzato per parlare, e la conversazione interrotta bruscamente. Una prima confessione di una solitudine colmata da un\’amicizia con un collega. Cerchi di interpretare quelle parole temendo di conoscerne già il significato. Cerchi in te stesso delle ragioni, ripensi agli ultimi mesi, scavi non trovando motivazioni plausibili, non vedi il benché minimo segnale di incomprensione, non un tentativo di dialogo, provi ad indagare ottenendo da lei delle magre rassicurazioni che ti bastano a tirare avanti fino al prossimo episodio. Una distanza che aumenta via via, che avverti nei suoi gesti, nelle sue parole, una trascuratezza verso le cose comuni che ti spaventa e disorienta.
Un uso ossessivo di whatsapp, la scoperta nel tabulato telefonico di un numero contattato troppo frequentemente negli ultimi 2 mesi e troppo a lungo, quella sul suo cellulare di ricerche di hotel in zona ufficio, le ennesime rassicurazioni di lei, l\’averla sorpresa a fine lavoro in una via secondaria a baciare un altro, i litigi, la scoperta di messaggi che vorresti non aver mai letto.
È un dolore devastante che ti sembrava impossibile anche solo immaginare, un pozzo nero e senza fondo nel quale provi a cercare l\’autostima e la felicità perdute. Provi a razionalizzare, ti rifugi nei momenti migliori, provi a comprendere sforzandoti di ricordare che le responsabilità vanno spartite e non addossate in una coppia. Ma stai male perché ti rendi conto di non aver mai avuto la possibilità di difenderla, che il gioco si è consumato senza di te, e da spettatore impotente ti ha logorato. Uno di quegli incubi in cui ti trovi in difficoltà e pericolo e senti di volerti svegliare senza riuscirci, una realtà parallela in cui vieni calato da un giorno ad un altro nei panni di un altro, uno scacco matto mosso dalla tua stessa regina…
Per scelta di entrambi, lei oggi è ancora con noi, internamente divisa fra un\’infatuazione da cui non riesce a separarsi e un sentimento profondo verso la propria famiglia, dilaniata dai sensi di colpa e distrutta dalla confusione provocata da qualcosa che non sa spiegarsi ma che non sarebbe mai duvuto accadere.
Cosa accadrà poi non lo so. Per certo so solo che, nonostante tutto, non potrò mai smettere di amarla.
Adriana
Ottobre 30, 2018 at 3:16
Ciao Andrea, la tua storia, tanto simile alla mia, mi ha fatto scendere qualche lacrimuccia, cosa che non succedeva da mesi. Sono però invertiti i ruoli…
È inutile cercare di capire il perché succedano queste cose, ti verranno date delle colpe, a volte sarai tu a dartele, ma sai una cosa? È vero che quando un matrimonio finisce la colpa è di entrambi, ma quando c’è un tradimento, mi dispiace, ma colpa è solo da una parte. Non è questo il modo per scappare dalle inevitabili difficoltà che si presentano in una coppia. Voi quel giorno avete fatto un giuramento…doveva essere rispettato, a maggior ragione se sono presenti dei figli! Tutti nel corso della nostra vita abbiamo Delle opportunità di tradimento, bisogna però vedere quello che si vuole dalla vita. Dici di amarla ancora, quindi non posso darti consigli. Però valuta bene, perché purtroppo il perdono non è dell’essere umano e dimenticare è impossibile. Ti auguro ogni bene. Un abbraccio
Andrea
Ottobre 31, 2018 at 17:52
Ciao Adriana, sono trascorsi oltre due mesi dalla nottata passata in bianco a scrivere quella lettera/sfogo. Ho pensato a lungo che non sarebbe stata pubblicata, poi che non sarebbe stata letta, e infine non commentata. E invece di mezzo ci si mette sempre il tempo a scandire le nostre vite coi suoi ritmi.
Questo vale per una lettera da pubblicare e per tutto il resto.
Hai pienamente ragione, non è un percorso semplice, lo reputo anzi ambizioso. Ma non era altrettanto ambiziosa quella promessa che tu stessa ricordavi?
Se ti va, se avrai tempo e modo, potremmo scambiare due chiacchiere.
Andrea
Chiara
Febbraio 8, 2019 at 9:46
Ciao Andrea,
Nelle tue parole ho rivissuto tutto con te.( a ruoli invertiti).. mi sembrava di essere io, hai avuto una capacità è una lucidità nel raccontare qualcosa di così indescrivibilmente mostruoso…
io sono ancora nella fase di decidere se restare o no, abbiamo una bimba di 4 anni e non ti nascondo che il motivo x cui non me ne sono andata di casa x ora è solo lei! Ti ammiro…. davvero, mi piacerebbe scambiarci dei punti vista e magari dei consigli, anche la modalità quasi “ dedicata” con cui hai scritto mi ha colpito davvero tanto…. ti sono vicina! C.
Andrea
Febbraio 8, 2019 at 10:27
Ciao Chiara, mi dispiace leggere che qualcun altro possa ritrovarsi in quel maledetto racconto, ma temo che la lista sia destinata ad “arricchirsi”.
Nel frattempo, mi sono separato… e già questo potrebbe darti qualche indicazione.
Qualora volessi contattarmi comunque: an_clemens@hotmail.it
Un abbraccio e, nonostante tutto, sorridi… è l’antidoto più potente 😉