Ciao a tutte, lo spartiacque della mia vita è avvenuto ben sei anni fa. Sono tanti, troppi sei anni di questa vita, caratterizzata, come sapete bene tutte voi, da continui alti e bassi e tanta speranza di potercela fare a ricostruire il matrimonio, oltre che, ovviamente, da un dolore indicibile che è il dolore dello schianto dell\’anima, e che conoscete anche questo.
Lui era il mio tutto e l\’amore per lui che ho sempre provato fortissimo, mi riempiva di speranza che ce l\’avremmo fatta e che la nostra coppia sarebbe stata più forte di prima, anche se diversa, ma invincibile.
Non è stato così…eppure ce l\’ho messa tutta, mi sono fatta aiutare da uno psicologo e sono ricorsa anche ai farmaci, tutto pur di farcela.
Attribuisco gran parte del fallimento a lui che non si è adoperato al massimo nel percorso.
In fondo, non c\’era bisogno di grandi cose da parte sua: doveva solo dimostrarmi che a me ci teneva, doveva occuparsi un po\’ di lenire la tremenda ferita inferta al mio cuore, invece c\’era il pc e la televisione o le tante incombenze quotidiane che, per carità, lui gradisce fare insieme a me.
In una parola: avevo solo tanto bisogno di sentirmi amata e scelta per davvero e lui avrebbe dovuto convincermi di questo.
Ma non l\’ha fatto: mai una parola di conforto e di sostegno, mai un incoraggiamento…non fraintendetemi: mi ha sempre trattata bene, disponibile e attento ai miei bisogni e a quelli della famiglia, abbiamo due figlie, ma tutto sempre e solo a livello materiale e pratico, ma io avevo bisogno di altro, di vicinanza emotiva, di un gesto spontaneo che mi dimostrasse il suo dispiacere, che non ho mai avvertito.
Per lui, il fatto di essere ancora con me vuole già dire tutto…penso che sia un anaffettivo e io non me ne sono mai accorta perché ero troppo intenta a proiettare il mio grandissimo amore in lui.
E così sono passati gli anni e mi consolo pensando che, nel frattempo, le figlie sono cresciute e che il mio sopravvivere, perché solo di questo si tratta, per preservare la famiglia intatta, in fondo, ne è valso la pena.
Ora però sono sfinita e a pezzi, temo proprio che sia arrivato il punto di non ritorno…e mi stupisco anche di essere arrivata fino qui, proprio io che ero innamorata dell\’idea stessa dell\’amore. Può essere che mi sia sopravvalutata e che in realtà non abbia avuto tutto quell\’amore nel cuore, ma penso di più che un amore così pulito ed ingenuo come il mio sia stato devastato dal troppo male e che sia abbastanza \”fisiologico\” che ciò avvenga.
Ho scoperto tutto insieme: mio marito che mi ha tradito per anni e anni durante il fidanzamento, periodo che ritenevamo entrambi splendido (a detta di tutti una coppia esemplare con un lui serio e fedelissimo!) e che mi ha tradito nuovamente ricercando due sue conquiste giovanili.
Anonimo
Agosto 24, 2016 at 19:14
Se proprio non ce la fai più (per me sono 3 anni quindi posso immaginare cosa sia per te!) e se le tue figlie ormai sono indipendenti, o quantomeno abbastanza grandi per riuscire a superare senza troppo dolore la separazione dei genitori, forse sarebbe meglio, per te, separarti da tuo marito.
Ma questa ovviamente è solo una mia opinione.
Diletta
Agosto 26, 2016 at 16:12
Carissimo,
ho letto con attenzione la tua storia e…che dire, ogni parola mi sembra banale e già detta. Ti posso solo dire che ti capisco e ti sono vicina, per quello che può servire.
Io sono in questa situazione: sto male con lui e sto male senza di lui. Ammetto di avere paura ad affrontare la vita da sola, anche se, in fondo, sono già sola. Più che altro, è l’idea che mi paralizza, e poi forse c’è ancora qualcosa che cova sotto la cenere del sentimento devastato, ma non mi va di scandagliare il mio cuore che devo proteggere a spada tratta. Se non lo faccio io chi lo potrebbe fare? Lui?
Non ha gli strumenti per farlo, non è stato educato al sentimento e ora annaspa, non credo che non voglia, ma non ci riesce. Fa quello che può anche lui…
Lo scoglio più difficile, insormontabile, è l’aver preso atto, da tutta questa storia, che io non ho rappresentato il mondo per lui come lui per me, ed è dura, davvero dura da accettare, soprattutto quando c’è l’inganno con cui mi ha fatto sempre credere il contrario.
E’ il crollo assoluto della fiducia e il risultato è che mi trovo in piena confusione non sapendo distinguere cosa è o è stato reale o meno.
Non credo che accetterò mai fino in fondo, posso al limite comprendere, già fatto, ma perché devo accettare cose lontane anni luce dalla mia forma mentale?
Mi ha messo in una situazione senza uscita, perché al momento di uscite non ce ne sono, per cui, ho trovato il mio modo per adattarmi a sopravvivere al meglio. A volte, anche spesso, funziona, a volte è un fiasco…è il cuore ferito che non riesce a guarire. Pensavo fosse solo questione di tempo, invece…chi ci capisce è bravo in queste faccende sentimentali.
Avrei voluto tanto perdonare…non è vero che basta volerlo e accade, no! Non è così! Il vero perdono è spontaneo e deve venire da dentro.
Non me lo posso imporre…magari! L’avrei fatto subito perché vivere così è un insulto alla vita, preziosissima.
Tu come sei messo in questo periodo d’estate?
Anonimo
Agosto 26, 2016 at 20:15
Estate, Autunno, Inverno, Primavera… Non cambia la situazione che si è venuta a creare, anzi, che ha creato mia moglie tra di noi. A volte “bene”, a volte meno bene, a volte male. Il fatto è che anche quando va “bene” è un bene appunto per modo di dire, perché non è più come prima. Come te, anche io cerco di adattarmi alla situazione. A mio parere, nel mio caso, l’ostacolo forse più grosso è che il suo tradimento ha annullato l’amore che avevo per lei. E ti assicuro che era vero amore. Adesso invece è tutto appiattito, anche se come adesso è lei, se escludo quello che ha fatto, la preferisco rispetto a prima. Però io non so cosa darei per tornare a prima del tradimento.
Diletta
Agosto 26, 2016 at 22:10
E io ci credo che era vero amore!
Ci credo perché l’ho provato anch’io e so che esiste. L’ho amato tanto e tanto…e non lo meritava.
Non mi sento bene pensando a questo, mi sento mortificata e fortemente avvilita.
Una psicologa mi disse che vanno amati per quello che sono e con le loro umane fragilità…io non ne sono capace.
In troppi pezzi si è rotto quel vaso, ed era un vaso prezioso…stasera sono particolarmente giù di corda, mi chiedo perché la ferita che ho nel cuore non si rimargini mai.
Anonimo
Agosto 27, 2016 at 12:36
Se si ama veramente si accettano anche le fragilità, le debolezze, i difetti e in generale tutto ciò che non ci piace dell’altro/a (ovvio che ci deve sempre essere rispetto reciproco). Anzi, alcuni difetti possono diventare caratteristiche anche piacevoli. Questo se si ama veramente, ma anche se l’amore è ricambiato allo stesso modo. L’amarsi, il comprendersi e il sostenersi in una coppia devono essere atteggiamenti bidirezionali, altrimenti non esiste la coppia.
Per la nostra cultura (occidentale), quando qualcosa si rompe si tende a gettarla via, vedendo la rottura come un evento solamente negativo. In altre culture invece la rottura può essere l’occasione di rendere quella cosa ancora più preziosa di prima, ricomponendo i pezzi con materiali preziosi e rendendo così l’oggetto unico, proprio perché nessun altro oggetto, anche se rotto e riparato, potrà essere identico a quello. Questa è l’arte del kintsugi: http://www.ilquorum.it/kintsugi-le-cicatrici-doro/.
Nelle nostre situazioni il collante è l’amore, ma è un collante particolare, che richiede due componenti per poter svolgere la sua funzione: se una o l’altra persona non ci mettono amore il rapporto non può ricostruirsi, proprio perché manca un qualcosa che consente di ricomporlo e di renderlo duraturo.
Spero che voi siate nella situazione di poter ricomporre saldamente il vostro rapporto e, avendo sperimentato quanto fragile possa essere e quanto prezioso sia, sappiate trattarlo, sempre da entrambe le parti, con più attenzione, in modo che non si verifichi una seconda rottura. E’ necessario, ma non sufficiente, capire perché si è arrivati alla rottura, quali sono stati i comportamenti, le motivazioni che hanno fatto in modo che il rapporto si deteriorasse fino al punto di rompersi. Spesso non è facile far emergere queste cose e ci si deve affidare a qualcuno che ci aiuti in questo scopo.
La ferita, se continui a vederla solo come tale, non si rimarginerà mai; cerca di non pensare più ad essa e, quando inevitabilmente la tua mente tornerà a pensarci, cerca subito di non dare seguito a quei pensieri, anche perché ti sarai accorta te stessa che anche se ci pensiamo non cambia niente, anzi, ci facciamo solo del male. Non guardare al passato, ma al presente, a come si comporta lui adesso e se qualcosa non va parlatene subito e chiarite tutto, non lasciate niente di non espresso e provate sempre più strade prima di arrendervi.
Forza e coraggio e scusa se mi sono dilungato.
Diletta
Settembre 28, 2016 at 9:30
…Scusami tu se ti rispondo ora, con ritardo immemorabile!
Quello che hai scritto è molto giusto, saggio ed illuminante: sei proprio una persona profonda il che, per me, è un grande pregio e segno di distinzione.
Hai usato due termini su cui ci sto lavorando: fragilità e debolezze. La delusione che ci hanno dato “loro” va vista in questa ottica. Sono stati deboli e quindi vulnerabili, attirati dal “canto delle sirene e sirenetti” che c’è là fuori e quindi tentati fortemente in una fase in cui non erano così centrati e forti interiormente.
In una parola, sono stati manchevoli, cioè hanno sbagliato.
Sta a noi capire se questo o questi loro sbagli possano essere accettati in qualche modo e accantonati senza che la nostra vita divenga contrassegnata da tormento e malessere. Sta a noi sapere se riusciamo a convivere con la ferita che ci portiamo dietro perché è ovvio che i segni ce li porteremo sempre con noi.
Alla fine, il fulcro della questione è tutta qui: prendere atto del “livello di fastidio” che la cosa ci suscita e chiedersi:
“ce la faccio a vivere ancora serenamente (o decentemente) il rapporto con lui/lei?”
Bisogna leggersi dentro e rispondersi con estrema sincerità, anche perché nessuno può ingannare se stesso.
Una volta appurato ciò, si mette a punto la propria personale strategia di sopravvivenza emotiva e, così facendo, si diventa anche più forti nell’animo. E’ un cammino il nostro che ha come premio l’arricchimento interiore.
Tu ora dirai:
“ma io ne facevo volentieri anche a meno!”
E ci credo, ma allora?
Ormai sei in ballo, siamo in ballo, quindi: rimbocchiamoci le maniche e riprendiamoci la nostra vita, che ci può offrire tanto. Forse anche la serenità va cercata e la si trova se la si desidera ardentemente. E la troviamo anche nelle piccole cose che ci stanno intorno.
Lo psicologo che mi ha “salvato” nei primi tempi diceva semplicemente che in amore si soffre, che è normale…ma che se ne esce in un modo o nell’altro.
Sono sicura che è vero perché so che dipende da noi, nessuno obbliga nessuno, se mai, sono le circostanze e allora entrano in ballo i compromessi perché anche questi fanno parte della vita…
Ora sono io che mi sono dilungata…
Ti ringrazio tanto per la tua lettera, piena di spunti fondamentali e ti auguro tutto il meglio!