Ho 54 anni e 2 figli universitari. Dopo 32 anni insieme a mio marito (56 anni) tra fidanzamento e matrimonio ho scoperto, un mese fa, che lui, per la prima volta e di questo sono certa, mi ha tradito con una donna più giovane di lui di quasi 20 anni. L’occasione è stata un corso che ha iniziato a frequentare insieme ad altri tre amici maschi, mariti di mie amiche. Lui riferisce che il rapporto vero e proprio è iniziato solo tre/quattro mesi fa e che tutto è nato per gioco; poi quando 20 giorni fa lei le ha chiesto di lasciare la famiglia ha deciso di non proseguire il rapporto asserendo di voler tornare in famiglia. Tuttavia, a fronte di questa scelta, non mostra segni di vero pentimento, non percepisco dolore per il suo errore né vera partecipazione emotiva per il dolore che mi ha arrecato. Dice che il tempo ci aiuterà a superare questo momento, ma a me sembra solo un’affermazione di comodo. Io economicamente ho una posizione migliore della sua e la separazione sicuramente lo porrebbe in qualche difficoltà. Da parte mia c’è stata la delusione per questo repentino cambiamento, che lo ha portato, oltre che a tradirmi, ad assumere atteggiamenti e stili da adolescente (fare tardi la sera, vestirsi con jeans attillati, scarpette da tennis e camicie striminzite, reclamare il diritto alla libertà), nonché a interrogarsi su cosa fare in pensione (lui è prossimo, per me ci vorranno ancora anni) avendo d’improvviso troppo tempo libero. Mi sembra aver perso il baricentro, i valori che per anni abbiamo condiviso e appare quanto mai instabile. Anche i nostri amici non lo riconoscono più, afferma che la vita sta finendo e che quindi intende godersi la vita e poi parla di ricominciare con me da capo, ma cambiando alcune cose che secondo lui non andavano. Io sono disorientata, addolorata per quello che ha fatto, ma ancor di più per questo suo goffo e a mio avviso non convinto tentativo di riconquistare terreno senza però mostrare con gesti e parole un effettivo pentimento. Di fronte alla mia intenzione di separarmi (da più di un mese vive nella nostra seconda casa, di cui siamo comproprietari al 50%, mentre la prima è di mia proprietà) sembra, dopo un momento in cui minacciava di rivendicare diritti su tutti gli immobili, aver accettato la possibilità di andare a vivere in affitto, accordandoci per un uso della 2^ casa 6 mesi ciascuno. Ovviamente in me si agitano sentimenti contrastanti perché non posso dimenticare gli anni trascorsi insieme in cui è stato comunque un bravo padre e tutto sommato anche un bravo marito (con quello che circola). Ritengo lesa la mia dignità e il mio rispetto e per come sono fatta penso che difficilmente riuscirò a perdonarlo. Lui parla di errore e dice che gli errori aiutano a crescere ma in me ormai c’è solo una grande incertezza.