Una sera all’improvviso mentre lavavo i piatti. Mi disse “ la decisione è presa”. C’è tutto in quella frase. Un trauma, tredici anni di relaazione, un matrimonio e un figlio. E che relazione!
Avevo appena chiesto un’aspettativa dal lavoro perchè mi trovavo in uno stato di depressione profonda. Il perchè l’ho capito dopo. Come tutto il resto. Il fatto è che io non avevo idea che esistessero uomini come lui. E che solo donne molto molto molto facoltose potessero rischiare di essere ingannate. E che se un uomo ti diceva frasi come “sei l’unica” lo eri, punto.
Avevo quarantasette anni e passai un mese a piangere. Ero devastata. Camminavo per strada e guardavo gli altri pensando che chiunque era meno infelice di me. Gli chiesi tempo, tre mesi, per abituarmi all’idea. Ma dal momento che uscì di casa, lentamente, cominciò lo straniamento. Le cose che prese a dire, a scrivere non corrispondevano all’uomo che avevo conosciuto. Ma chi era, questo qui?
Che avesse un’altra, mentre non faceva altro che gloriarsi della forza che aveva avuto nel prendere la decisione da solo, lo sospettai subito. Ma tacitai il sospetto perchè “no dai, lui no, lui mai, lui è come me, sincero e leale”.
Ci vuole un po’ ad accettare di non aver capito nulla di una persona. Fu quando mi accorsi che anche il modo in cui trattava nostro figlio non corrispondeva più al modo in cui lo aveva trattato durante la relazione, cioè davanti a me, che passai dal ritenerlo uno stronzo e basta ad uno con qualche grosso problema di personalità ( che scoprii esistere solo allora). Ed ecco spiegato tutto. Fu un’epifania.
Il suo disturbo però era innestato su una personalità molto sofisticata, la violenza psicologica era stata sottilissima ed io non mi ero accorta di nulla in quei tredici anni. Ma ero diventata uno zombie, incolpandomi per qualsiasi cosa.
Naturalmente mi cornificava da anni .
Scoprii tutto. E lo dissi a tutti. Tutti quelli che lui aveva convinto che io fossi pazza. D’altronde dopo sei mesi andò a convivere con la signora, che sposò poco dopo. Ma a me non importava più niente: chi diavolo lo conosceva questo essere disgustoso che riusciva a far del male a suo figlio?
Perchè è stata questa la fatica più grande: salvare mio figlio dalle manipolazioni. E senza andare davanti a un giudice, che non è mai un buon affare in questo paese per un minore.
In realtà mio figlio ha salvato me, aprendomi gli occhi, partorendomi direi.
Mi ha aiutato anche una bravissima psicologa, e la mia passione per la scrittura. Subito dopo che mi ha lasciato ho aperto un blog di poesia, ed è stata una terapia davvero utile.
Adoro la mia condizione di single, la mia libertà. Il non dover discutere con nessuno ogni decisione.
Non mi manca nulla di quei tredici anni. Anzi.
L’unica cosa che mi dispiace è che degli uomini non mi fido più. Non è un gran danno per come mi piace vivere. Ma. È qualcosa che mi ha fatto lui, una specie di lascito. E uno come lui non dovrebbe avere il diritto di lasciare nulla ad una come me.
Se vi sentite finite perchè un uomo vi ha lasciate sappiate che, invece, siete appena cominciate.